E con il fiato sospeso, vivo questo intervallo ed attendo il prossimo inizio.

IO NON CI STO

E' da un po' che non scrivo, pur avendo parecchie cosa da dire sul mondo che sta un po' impazzendo ultimamente. Purtroppo i miei impegni per ora non mi permettono di dedicare troppo tempo al blog, come vorrei che fosse.
Quindi il post di oggi è una breve segnalazione di una poesia molto interessante intitolata "IO NON CI STO agli stereotipi" rubata dal blog Vita da streghe...

Io non ci sto
alla dittatura mediatica dell’avvenenza,
che mi fa esistere solo se bella o appetibile,
barattando il mio pensiero in nome di una magra
visibilità.
Io non ci sto
ad essere solo corpo.
Da guardare,
da toccare,
da giudicare,
da mercificare.
Io non ci sto
poiché conosco
cosa genera l’offerta della mia carne
sugli sguardi inconsapevoli.
Io non ci sto
e pretendo rispetto
e che si dia spazio a tutte le mie
diversità.

La mia rivoluzione comincia con il rifiuto
dell’immaginario imposto
per mutare nel respiro di una nuova dignità.

G.V.

Un pensiero per te

Perché in te mi sono riconosciuta in un momento in cui pensavo che il mondo fosse contro di me…
Perché con te ho condiviso i momenti peggiori della mia vita ed i segreti più nascosti della mia anima…
Perché con gli occhi di uno che la sofferenza l’aveva vissuta, eri entrato a far parte di quello che mi creavo attorno…
Perché di notte al buio e con le lacrime agli occhi, potevo sentire la tua voce…
Perché ci sei stato e hai dato tutto te stesso per le cose in cui credevi…
Perché odiato o amato, sei e rimarrai per sempre nei nostri ricordi…
Perché il tuo non era un semplice cantare...
Perché nessuno mai sarà uguale a te…
Perché sono riuscita a trovare pace nella tua voce lacerata…

… io ti ringrazio.


E con il fiato sospeso, vivo questo intervallo ed attendo il prossimo inizio.

Donna-oggetto da 15 minuti di fama

Ed eccomi qua. Dopo aver presentato il blog alcune settimane fa, ho finalmente un po’ di tempo libero per scrivere un post come si deve.
Ovviamente non potevo incominciare quest’avventura da blogger, senza qualcosa di critico.

Mi è capitato oggi di rivedere su facebook un video di  Silvia Valerio al Chiambretti Night che risale a questa primavera. Questo caso ritorna a galla di tanto in tanto ed avendone già sentito parlare fin troppe volte, ho deciso di proporre alla vostra attenzione le mie considerazioni in merito.

Innanzitutto, chi è Silvia Valerio e perché ha suscitato tanto (o poco, dipenda dai punti di vista) scalpore? Questa fanciulla, sconosciuta fino a qualche mese fa, è una normalissima studentessa universitaria di 20 anni con la passione per la scrittura. E fin qui, tutto bene. Amando scrivere ed avendo incominciato a buttare giù qualche riga fin da bambina, si iscrive alla facoltà di Lettere ed un giorno, chi sa dopo quale trauma infantile riemerso, decide di pubblicare un libro. Ed anche fin qui nulla di strano se non fosse che il titolo del libro è "C'era una volta un presidente – Ius primae noctus"! In questo “capolavoro”, la signorina Valerio rivela il suo sogno di “donare” la propria verginità (sempre se ancora vergine è) a Mahmoud Ahmadinejad, ovvero l’attuale presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, un uomo di 54 anni che è più conosciuto come tiranno e dittatore con una posizione anti-americana ed anti-europea talmente accentuata, che perfino Bin Laden gliela invidierebbe.  Non voglio poi nemmeno presupporre che considerazione possa avere quest’essere delle donne e della loro “posizione” nella società?

Ma la domanda qui sorge spontanea: che cosa porta una diciannovenne italiana, presumibilmente di buona famiglia, con un’istruzione alle spalle e tutt’ora in corso, a decidere di vendersi a quest’uomo sconosciuto?
La risposta secondo me è più che evidente. Niente ormai in questo paese fa scalpore. Siamo circondati perennemente dalle immagini di nudo, di sesso, di violenza, di droga, ma ormai le consideriamo appartenenti alla nostra società ed al nostro modo di essere. Non ci sorprendono più. Sono in televisione, alla radio, sui giornali, on-line e peggio ancora sono nelle scuole e per strada. Quelle barriere invisibili del secolo scorso sono venute a mancare e questo ha portato ad un’esplosione di tutto ciò che prima veniva visto come inadeguato e proibito. Finalmente ci sentiamo liberi e senza vincoli (cosa ancora poco vera, se vogliamo proprio essere sinceri) e diamo libero sfogo ai nostri impulsi.
Ormai perfino la televisione odierna sta diventando talmente satura di questa porcheria che la gente non sa più cosa inventarsi per farsi conoscere e notare.  Ogni occasione nuova, pur esagerata, viene colta al volo. Questo è il caso della signorina Silvia che essendo “una tra le tante” ha deciso di farsi notare in un modo tutto suo.
Del fatto che tu voglia “donare” la tue verginità non ce ne può fregar di meno. Puoi anche andare a darla via gratis al primo essere umano di sesso maschile (o femminile, ognuno ha le sue) che passa sotto casa tua, a me la vita non cambia. Ma il solo fatto che una donna (in apparenza) intelligente, che dovrebbe essere fiera di se stessa e del genere che rappresenta, sfrutta la propria intelligenza per ricevere 15 minuti di gloria con questo metodo squallido, mi fa venire il volta stomaco.
Tanto più che ormai offrirsi al miglior offerente, sta quasi diventando di moda (si veda ad esempio quell’altra che dopo il Grande Fratello per mantenere un briciolo di popolarità, si era messa all’asta). E non si tratta di rimanere vergini fino al matrimonio, di conservarsi per il marito e bla bla. Si tratta di usare il proprio onore, il proprio orgoglio, come merce di scambio. Si tratta di donne che VOGLIONO diventare degli OGGETTI. Si tratta di ciò che sta diventando una norma per la nostra società. Si tratta di qualcosa che mi fa schifo.
E poi si parla di come le donne vengano maltrattate dagli uomini e di come quest’ultimi ci considerino solo delle lava-mutande. Ma se noi stesse ci mettiamo in condizione di essere definite troie e puttane a gratis e permettiamo loro di trattarci come tali? Ma di quale parità tra i sessi si può parlare in questo caso?
Gli uomini non sono più intelligenti delle donne. Però hanno una saggezza in più: non si svendono alle bancarelle come la merce della stagione passata!


P.S.
Non poteva mancare questo video a conclusione dell'intervento.

Wow, il primo post!


Il primo è sempre quello più difficile perché è il modo in cui ti presenti. E’ il momento in cui tutti spiegano perché hanno deciso di scrivere un blog.
Il mio motivo è semplice.
Sempre meno spesso mi trovo a vedere dei blog seri ed appassionanti, dove si possono trovare delle idee interessanti, fare dei dibattiti ed esprime un po’ se stessi. Sempre di più invece trovo pagine futili, piene di pensieri riciclati e scopiazzati, che non solo non ti appassionano, ma addirittura ti annoiano.
Ormai avere un blog è diventato una moda e l’importante è aprire una pagina, metterci 4 stronzate, 10 foto – magari anche un proprio video, perché no – e sentirsi figo perché sei un vero blogger [yeah].
Questo sarà diverso. Per me un blog è la possibilità di esprimere liberamente quello che penso; di partecipare e di far partecipare altri ad uno scambio di idee; di poter dire tutto quello che mi passa per la testa, sapendo che ci sarà sempre qualcuno che mi criticherà e che ciò porterà ad un bel dibattitone…

Non è il mio primo blog, ma dopo essermi un attimino esercitata ed aver compreso questo mondo assestante, ho deciso di aprirne uno nuovo. E questa volta niente nickname e niente avatar, ma il mio nome, la mia faccia e le mie idee.
Essendo poi un po’ critica e polemica, mi azzardo a presupporre che mi divertirò…